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Porzione di parete dove sono state aperte le vie sportive di maggior interesse.
Zona: Grigna
La parete degli “Scudi” si trova nel cuore del Parco Regionale della Grigna Settentrionale a 1750 metri, in prossimità dell’alpe Cova, nel comune di Pasturo. La Parete è una lunga bastionata di alti pilastri divisi, e da uno scudo centrale caratterizzato dalla roccia perfetta, aderente e unica, che ricorda i luoghi culto dell’arrampicata Svizzera o Francese (il paragone con il Ratikon è scontato). La parete verticale, è finemente lavorata a tacche e a gocce è esposta ad est e, per questo frequentabile anche nelle stagioni più calde. Prati d’alta quota, panorami aperti e unici sulla Valsassina e la Grignetta e una base della parete formata da un bellissimo e comodo prato (dove recentemente sono stati rinvenuti degli importanti resti fossili), rendono questa parete tra le più interessanti del territorio, inoltre la qualità e il divertimento della scalata e le sorprendenti e uniche caratteristiche ambientali motivano e invitano alla visita di questo angolo magico di Grigna.
Di struttura alquanto variabile, gli Scudi presentano diversi bastioni di roccia buona, ma molto articolata, con grosse porzioni di parete fratturate e intervallate da cenge detritiche. La parte centrale invece, la più interessante, è formata da una roccia eccezionalmente compatta.
Scheda
Periodo consigliato: In Estate durante tutto il giorno,in Primavera ed Autunno solo al mattino.
Difficoltá: DAL 6a+ AL 8a
La chiodatura, effettuata in modo preciso e sicuro (a parte la via n°1), permette di scalare concentrandosi solamente sulle difficoltà. Questa grande "falesia" in quota permette di trascorrere piacevoli giornate di arrampicata, rilassandosi e arrampicando in un ambiente unico.
Corda da 60 m., 12 rinvii, discensore e casco (parecchi camosci transitano sul prato sopra la falesia) sono la sola attrezzatura necessaria per divertirsi agli scudi. Sole fino alle 14.
Depliant - GLI SCUDI(2Mb) Stampalo e portalo con te per consultarlo lungo il tuo itinerario.
Sono due le possibilità di arrivare fino all’ex-Rifugio Piàleral, distrutto da un'enorme valanga nell’inverno 1985: dal paese di Pasturo e dal colle di Balisio.
ITINERARIO N.1: Sentiero CAI n.33.1
Partenza = paese di Pasturo m.642, dalla Piazza Vittorio Veneto, in centro al paese, seguendo la mulattiera CAI n.33 fino all’ex-Rifgio Piàleral. Da qui, si prosegue per sentieri non segnalati.
Arrivo = Scudi 1750 m
Dislivello = m.1118
Note: itinerario lungo, ma non faticoso e privo di difficoltà. La strada carrozzabile che parte da via ai Castagneti in Pasturo, al bivio delle due strade che salgono dalla provinciale S.P.62, nei pressi di un benzinaio, è percorribile solo dai mezzi autorizzati. Nel tratto terminale dall’ex-Rifugio Piàleral alla meta, si percorrono grandi prati e pascoli di proprietà privata: si raccomanda il massimo rispetto.
Tempo di percorrenza = due ore circa
Dalla Piazza Vittorio Emanuele si va verso il portico della Chiesa per prendere a destra, dopo una quarantina di metri, la via San Calimero, l’antica strada acciottolata che portava agli alpeggi in quota. Seguendo le segnalazioni, passando fra capitelli e cascine ben ristrutturate, si arriva all’Alpe Cova, nei
pressi del Laghetto (ore 1.00–m.1.301). Si risale sulla destra la dorsale erbosa che porta al nuovo RifugioPiàleral; proseguendo diritti, si arriva in breve allo spiazzo dove sorgeva il vecchio Rifugio.
Da qui si imbocca in discesa sulla sinistra una carrozzabile (alla quale si poteva giungere direttamente dall’Alpe Cova, continuando per la strada), fino alla prima curva, dove si abbandona, per prendere un sentiero appena accennato che conduce all’evidente Baita dell’Amalia, situata nel mezzo di un grande prato. Dalla baita, seguendo i tralicci di un vecchio ski-lift, si giunge su un dosso erboso con capanno (piazza dei Cavalli), dove si prende il sentiero più a monte che, in leggera salita, attraversando diverse vallette e costoni erbosi, e aggirando la testata rocciosa della bastionata degli Scudi, porta finalmente alla base della falesia, sopra alla Baita dello Scudo (ore 2.00 – m.1750).
ITINERARIO N. 2: Sentiero CAI n.31
Partenza = dal Colle di Balisio m.833. Prima di arrivare al colle, provenendo da Lecco, dopo aver superato il benzinaio, si prende sulla sinistra una strada che porta alla chiesetta del Sacro Cuore, con buona possibilità di parcheggio. Da qui, seguendo i segnali, si risale la mulattiera che percorre la valle dei Grassi Lunghi fino in fondo, si superano le cascine Marcotelli e, dopo aver incrociato il sentiero della Traversata Bassa proveniente dai Resinelli, si supera sulla destra la ripida Costa Reor, arrivando all’Alpe Cova (ore 1.00 – m 1301). Da qui, vedi itinerario n.1.
1 Rock sotto le stelle 7a / 6b / 6a (7a obb)
Bellissima via: placca tecnica, movimento e forza di dita. (chiodatura buona, ma con tratti esposti). 2 U Scassacazz 8a
Estrema lunghezza in placca verticale, dove precisione e dita sono l’unica soluzione per salire. 3 Il volo del corvo 7a / 7b+ / 6b+ (6b+ obb)
La prima via della parete. Roccia eccezionale (come sempre) e arrampicata varia. Alla prima
Lunghezza su placca, segue una breve e intensa seconda lunghezza, con due violenti passaggi di
forza per uscire dai bombè. La terza lunghezza è uno splendido muro verticale; ultimi metri facili. 4 Mare d’inverno 7a+
Splendido monotiro su roccia eccezionale. 5 El Jefe 7a / 7b / 6c (6b obb)
Tiro lungo e vario fin sotto il bombè. Segue la seconda lunghezza con una sezione breve, ma
intensissima che porta alla parte superiore più appoggiata, per raccordarsi con la via n.6 6 Dire donna, dire danno 6b / 6b+ / 6c (6a+ obb)
La via più accessibile della parete. La prima lunghezza risale dei muretti verticali e una placchetta
in aderenza. La seconda lunghezza più atletica ci porta in leggero traverso a sinistra, sotto il muro
finale. Ultima lunghezza eccezionale su spigolo-prua di roccia fantastica. 7 Via del Miro 5c/A1 Casimiro Ferrari - anni 70
La via storica della struttura. Tre lunghezze in fessura e diedri strapiombanti che si salgono a
sinistra della parete, fino al plateau sommitale. La chiodatura è quasi inesistente, la roccia nelle
fessura è a tratti erbosa. Ci fa piacere scalando agli Scudi, ricordare il grande Casimiro che con la
sua lungimirante osservazione, indicò più volte gli Scudi, come luogo da sviluppare in ottica
moderna e la perspicace decisione di Giovanni Gandini (personaggio carismatico dell’alpinismo)
che, molti anni fa, aveva già preso in considerazione gli Scudi come “parete scuola”!