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AR3 1 ZUCCO DI PESCIOLA - Prima Torre e Cresta di Ongania
Zona: Campelli e Resegone
Sicuramente la cresta di Ongania è la via più conosciuta e frequentata dell’area alpinistica dei Campelli e tra le vie di cresta più conosciute del lecchese, con la cresta Segantini in Grigna meridionale. La cresta di Ongania è da sempre eletta a salita didattica per i corsi di alpinismo, per la sua ottima roccia e per la possibilità di proporre diverse caratteristiche di arrampicata e di difficoltà in una sola salita. Spettacolare e fotogenica sia in estate che in inverno questa salita offre scorci unici sulla pianura, sulla Valsassina, sulle Grigne e Resegone e sull’arco alpino Svizzero fino al Monviso. La roccia, anche per le numerose ripetizioni, è ottima presentanto solo qualche detrito sulle cengie.
I vari tratti di collegamento fra le torri sono qui segnalati come parte dei tiri, aumentando perciò lo sviluppo degli stessi (dove viene riportato L9 3a 100m, non significa che si tratta di 100metri di sola arrampicata, ma anche di trasferimento su sentiero, dove bisogna comunque procedere in conserva). Sono state anche descritte le varianti all’itinerario classico, che presentano qualche breve tratto più impegnativo, rendendo questa salita ancora più interessante. Per tutti quelli che percorrono la cresta di Ongania si raccomanda la massima attenzione a non smuovere sassi sui versanti laterali sud e nord, dove vi è la possibilità di colpire cordate impegnate su questi versanti, ma non visibili da chi percorre la cresta.
Scheda
Periodo consigliato: Si può scalare in condizioni ottimali in tutte le stagioni. Una buona giacca è un accessorio molto gradito anche nei mesi più caldi.
Difficoltá: Chiodatura: Ottima a resinati, soste attrezzate.
Materiale: 2 corde da 60 m, qualche nuts.
Accesso Si raggiungono i Piani di Bobbio e i rifugi con la funivia da Barzio (www.pianidibobbio.com).
Dal Rifugio Lecco si prende l’ampia strada sterrata che si inoltra lungo la valle dei Camosci in direzione est, inizialmente pianeggiante e successivamente più ripida. Dopo un altro tratto pianeggiante (ore 0.15) si stacca sulla destra una traccia ben segnalata che scende sul fondo della valle, dove si segue poi il marcato sentiero sempre verso destra, si oltrepassa un piccolo canale e si risale alla “Bocchetta d’Ongania” e alla partenza della via di cresta (ore 0.25 dal rifugio).
Per accedere a questa vicina torre evitate di tagliare direttamente nel pascolo, qualche minuto in più lungo tracce già segnalate e comunque comode evitano il formarsi di nuove tracce che poi l’erosione dell’acqua e della neve rendono canali, rovinando la stabilità di un territorio già fragile.
Discesa: A piedi dalla vetta scendendo dal ben segnalato sentiero che dalla vetta scende verso est per un breve tratto di cresta, poi piega in direzione nord lungo il detritico canale della Madonna, fino a raggiungerne la base.
Itinerari Prima torre: Le vie che percorrono la Prima Torre, per la loro brevità e caratteristiche non possono essere identificate come itinerari a se, ma figurano come delle varianti alla prima lunghezza della cresta di Ongania.
Itinerari Cresta Ovest o di Ongania: Eugenio Fasana da solo nell’inverno 1909, 1910.
4b 400 + raccordi percorso originale esposizione ovest
5c 400 + raccordi massima difficoltà per le varianti esposizione ovest
La via attacca presso la spalla erbosa del tratto iniziale della cresta ovest, in presenza di una scaglia triangolare.
L1 3a 30m Alzarsi qualche metro in spaccata tra la scaglia e la parete, raggiungere una cengetta e il primo resinato. Sempre diritto alzarsi in spaccata nel diedro e raggiungere un secondo resinato. Subito dopo andare a dx per cengia e raggiungere in obliquo a dx la sosta (2 resinati).
Variante L1 3a 25 m Possibile al secondo resinato andare a sx, sosta su vecchio anello.
L2 4a 25 m Alzarsi quindi su un gradino e dopo essersi spostato 3 m. a sx, salire per diedro.
L2 3c 25 m Dalla sosta alzarsi qualche metro sino ad arrivare sotto una paretina, salirla e seguire una cengetta a dx, spostarsi 3 m. a dx e salire un camino in spaccata 2 chiodi (vecchi), proseguire in un canalino sopra al camino e quindi uscire a sx ( 2 chiodi resinati).
L3 3a 100 m Dalla sosta avanzare per sentierino in conserva, scendere per tracce sino a un chiodo resinato (conserva). Traversare quindi a sx di una torretta e risalire un sentierino e con breve arrampicata si giunge ad una placchetta in un canale con due resinati di sosta.
L4 2a 15 m Salire per roccette ed erba sino ad una forcella, chiodo resinato a sx, appena dopo la forcella.
L5 2a. 60 m Breve tratto di conserva per sentiero e quindi discesa con chiodo resinato sulla sx ad un’altra forcella. L6 3a 25 m Dalla forcella salire a dx dello spigolo e per un canalino raggiungere un terrazzino, chiodo resinato, e quindi una cengia dove vi è un chiodo resinato ed un vecchio anello ad espansione di sosta.
Variante 4c 20 m: Dalla forcella è possibile salire a sx dello spigolo, 2 resinati.
L7 - 50 m Proseguire a dx dela sosta e aggirato un tettino, salire per tracce sino ad una paretina, chiodo resinato di sosta.
L8 - 20 m Aggirare la paretina per cengia a dx e giungere in forcella, chiodo resinato di sosta appena dopo la forcella sulla sx.
Variante 3b 20 m: salire dritti per la paretina, chiodo resinato e raggiungere la cima, dove per sentiero ci si ricollega alla via normale.
L9 3a 100 m Scendere per sentierino sino ad una breccia (conserva), arrampicare in discesa con leggero traverso, raggiungere un vecchio anello ad espansione, quindi con lunga spaccata attraversare la breccia e risaliti sul lato opposto, raggiungere un chiodo resinato ove sostare.
L10 2a 100 m Attraversare a dx in conserva, lungo il sentierino e raggiungere il centro parete, in prossimità di un diedro camino, a pochi passi dalla ferrata “Pesciola”, sosta su un resinato.
Variante L1 5a 30 m Dal chiodo di sosta, salire subito a sx, per rampa erbosa, raggiunta la cresta, saliti su uno spuntone, raggiungere un chiodo resinato.
Per placca si giunge con arrampicata sostenuta, ad un altro resinato, risaliti su un terrazzino si affronta un piccolo strapiombetto, chiodo
resinato, sino ad un comodo terrazzo, chiodi resinati di sosta.
L2 3c 40 m Dal terrazzo a sx, chiodo resinato, per muretto e poi ancora a sx per cengetta, superare una serie
di massi incastrati che portano ad una forcella, 2 chiodi resinati di sosta.
Da qui due possibili varianti:
1) 4a 30 m A sx per qualche metro, raggiungere un diedro, che superato ( 3 chiodi ), porta
su una terrazza, 2 chiodi di sosta.,
2a. 50 m Quindi su diritti alla cima dello Zucco Pesciola.
2) 5c 25 m Salire direttamente, chiodo resinato, quindi in leggero traverso a dx per
strapiombetto e poi di nuovo diritti, sino ad un terrazzino (3 resinati). Dal
terrazzino a dx per lama, chiodo resinato (in sosta, 2 chiodi resinati).
2a 50m Dalla sosta, come per la precedente variante, salire diritti sino alla vetta.
L11 4b 25 m Salire in spaccata per il diedro camino, resinato sulla sx. Entrare nel diedro, resinato sulla dx e uscire
sulla sx, resinato a sx, alla sosta su terrazzo (2 resinati).
L12 2a 25m Salire il camino successivo, chiodo resinato a dx. Proseguire nel camino che diventa più ripido, chiodo
resinato sulla sx ed uscire su un piccolo ballatoio. Dal ballatoio per facili roccette alla sosta (2 chiodi
resinati con catena).
L13 2a 60 m A dx per sentierino e roccette fino alla vetta.